Spesso mi hanno chiesto quanto possa costare un viaggio a Tokyo della durata di una decina di giorni o un paio di settimane.
Ovviamente ogni persona ha un portafoglio diverso, per cui è difficile da definire, ma diciamo che il mio è abbastanza piccolo pertanto quando organizzo un viaggio cerco sempre di consultare con largo anticipo non solo i voli ma le sistemazioni.
Per quanto riguarda i voli, successivamente la tragedia che ha coinvolto Fukishima molte compagnie aeree hanno iniziato a sviluppare campagne per incentivare il turismo verso il Giappone, proprio per questo dal 2012 ad oggi non ho mai superato la soglia dei 500 euro per un biglietto andata e ritorno. Proprio nel 2012 ho speso sui 460 euro per viaggiare con Alitalia+Aeroflot, sebbene ci fosse uno scalo è stato uno dei viaggi più confortevoli che io ricordi, da lì in avanti invece ho sempre colto le offerte di Alitalia di cui avevo precedentemente accennato.
E’ davvero sufficiente saperlo con qualche mese di anticipo e spendere cifre ragionevoli non sarà un’utopia!
Durante il mio secondo viaggio ricordo che il budget non era basso, era quasi zero, nonostante questo volevo assolutamente vivermi la città da sola per un periodo non inferiore al mese, motivo per il quale ho cercato tutti i modi possibili per risparmiare su ogni singola cosa.
La prima tra tutte: la sistemazione.
A chi non piace stare in albergo? A me no. A meno che si tratti di brevi periodi tendo a preferire sistemazioni tipo appartamento o stanza in guesthouse. Essendo da sola ho optato per una stanza in una guesthouse nel quartiere koreano a 2 passi (davvero 4 minuti di camminata) dalla mia Kabukichou, che ricordo ancora col sorriso. Si trattava ovviamente di una sistemazione piccola ma all’interno della camera avevo tutto quello di cui avrei necessitato: un letto a castello (la parte superiore usata come armadio), un piccolo tavolino, un frigorifero, una cuociriso, un mini televisore e un balconcino privato. Servizi e cucina erano in comune ma fortunatamente mi sono trovata a condividere la casa con tutte persone carine che lasciavano sempre tutto pulito ed in ordine.
Soggiornare in guesthouse o appartamento permette di risparmiare notevolmente non soltanto sul costo dell’alloggio ma anche su quello del cibo: il potersi fare la spesa e prepararsi i pasti in maniera autonoma può rivelarsi fondamentale se si ha un budget limitato.
Dove e come fare la spesa merita un capitolo a parte, voglio invece soffermarmi su quello che sono i costi che si possono abbattere già solo in fase di pianificazione, ma teniamo sempre conto che si tratta di un parere ed un modo di vivere estremamente soggettivo, non ho la presunzione di consigliare nessuno…. tuttavia se volete spendere l’equivalente di 9 euro anzichè 32 per raggiungere il centro di Tokyo dall’aeroporto di Narita…. leggete ancora un pò!
Una volta arrivati in aeroporto ci sono diversi modi per raggiungere il centro cittadino o comunque uno dei tanti quartieri dove si andrà a soggiornare.
Il più comodo e veloce ovviamente rimane il Narita Express, tuttavia è bene sapere che esiste la linea Local della Keisei, che permette di arrivare ovunque con 1000 yen, si incrocia con la Yamanote line sia a Nippori che a Ueno e a mio avviso rimane la soluzione ideale se non si ha fretta, infatti tra tutto ci si impiegano quasi 2 ore! In realtà potrebbe volerci meno forse, ma ho l’abitudine, tra un cambio e l’altro di uscire a fumare e prendere una boccata d’aria…. magari ci scappa anche un caffè della vending machine per cui il mio tempo è sicuramente diluito rispetto a chi vuole raggiungere in fretta la meta.
Ma poi qual’è la meta? Per me è essere atterrata ed avere dinanzi a me giornate e nottate da trascorrere nei modi a me più congeniali.
Quell’anno dopo circa 2 ore di viaggio sono arrivata finalmente alla stazione di Shin-Okubo, sono uscita all’aperto e mi sono fiondata in quello che sarebbe diventato uno dei miei punti di riferimento per i pasti veloci ed economici: Yoshinoya! Una porzione di riso al curry media costa 350 yen. La qualità? Non peggiore del curry istantaneo che si può acquistare ovunque a poco meno; il locale è tendenzialmente piccolo e dopo aver consumato il pasto seduti al bancone si paga e si saluta. Non è una catena frequentata dai turisti nonostante il menu chiaro e con le immagini, ci si fermano quasi esclusivamente uomini soli, qualche volta in coppia ma non è un locale da convivio. Tuttavia lo adoro e mi trasmette un senso di sicurezza. La ragazza che lavorava in quello di fronte alla stazione aveva imparato a conoscermi e dopo avermi salutato mi chiedeva se volevo il solito Karee medio molto piccante: piccole cose che ti fanno sentire a casa in qualunque parte del mondo. Mi ricordo che una sera mi ci sono fermata dopo un’intera giornata in giro, ero stata ad un live (durante il quale ovviamente aveva diluviato e non avevo voglia di investire per un ombrello con tutti quelli che avevo in guest house) ed ero esausta ed affamata: quel piatto di riso al curry mi ha scaldata e rincuorata talmente tanto che prima di andarmene ho salutato con “Gochisou Sama Deshita”, destando lo stupore e la gioia del personale in turno. E’ soltanto una frase per ringraziare sentitamente per il pasto consumato, non la si usa spesso in questi fast food per cui gli sarà sembrato strano. Ma mi uscì dal cuore, pazienza se poi ne avranno riso una volta andata via.

Il menu di Yoshinoya
Questo perchè all’interno ci si trova davvero di tutto ed esposto in maniera divinamente invogliante. Tutti i casalinghi ai quali potete pensare più altri del quale non indovineremo mai l’uso, ma così belli e colorati che ci parranno indispensabili. Tutti gli articoli di cancelleria che da piccoli (ma anche adesso nel mio caso) avremmo sempre sognato. Asciugamani morbidissimi, prodotti per la cura della casa, della persona, degli animali, delle bambole, dei vicini di casa. Cerotti per alleviare la cervicale, il mal di piedi, il mal di schiena.
E poi la parte dedicata agli alimentari… tantissimo cibo istantaneo ma anche fresco, birra, bibite, caffè (a 100 yen!!!); da qualche parte ho ancora la fotografia che feci al contenuto del mio frigo a poche ore dall’arrivo in guesthouse: conteneva 8 lattine di birra, 8 di caffè, uova e banane.
Ad ogni modo, il primo giorno cerco di non spendere più di 1000/1500 yen per l’acquisto di asciugamani, bagnoschiuma, spugne, detersivi per lavare, carta igienica, deodorante per vestiti antifumo e vivande. Di norma riesco nell’intento.
Quanto amo il momento in cui rientro nella mia stanza e con tutta calma mi sistemo il tutto, mi concedo una doccia ed inauguro una lattina di caffè freddo, chiamo casa e fumo una sigaretta sul balcone guardando la città che mi ha rapito il cuore.
E’ tramontato il sole, non c’è stanchezza ma solo ancora tanta adrenalina e voglia di uscire. Ho diversi amici e conoscenti in città ma è la prima sera, non è necessario fare grandi cose, va bene anche andare da sola a fare una passeggiata per poi fermarmi a bere una birra nel mio pub preferito di Kabukichou finendo poi con il trascorrerci le ore fino all’alba.

Il mio pub e live house del cuore
Durante il mio primo viaggio avevo dormito pochissimo, non so se fosse la paura di perdere ore preziose di vita lì oppure il timore di risvegliarmi altrove.
Con il tempo sono migliorata leggermente da questo punto di vista, non mi riesce ancora di andare a letto presto nonostante talvolta la sveglia dell’indomani sia puntata inesorabilmente presto per impegni precedentemente presi. Ma ci sto lavorando.
Ciononostante è arduo assopirsi in una metropoli costantemente sveglia.
PS: ho cercato disperatamente una foto del 100 yen scattata da me, purtroppo dovevo essere troppo presa dallo stato confusionale e compulsivo da non averne scattata nemmeno una. Rimedierò a settembre.
Di seguito una foto ufficiale del centro commerciale Subnade.

il Daiso di Shinjuku