Heaven – Mieko Kawakami

Leggetelo.

Leggetelo, sopratutto se siete mamme, papà, fratelli o amici di ragazzi in età scolare. Assolutamente, leggetelo.

Se siete insegnanti o avete a che fare con i più giovani: leggetelo, consigliatelo, divulgatelo come potete.

Mieko Kawakami ci racconta in maniera delicata eppure inesorabile la storia di due ragazzini che frequentano la scuola media, apparentemente conducono una vita normale, escono di casa ogni mattina salutando i genitori e rientrano, fanno i compiti, cenano, dormono. Finché l’inferno non li accoglie nuovamente ad ogni rientro in classe.

Gli avvenimenti di questo romanzo sono sassi e pugni nello stomaco, non solo figurati.

Il dolore della violenza, anche verbale ed il suo essere accarezzato e mitigato dall’amicizia.

Un’amicizia che nasce non dalla simpatia ma dalla sofferenza che entrambi i ragazzi vivono. Viviamo quest’ anno scolastico narrato in prima persona dal protagonista, il cui strabismo pare trasformarsi nel pretesto per divenire oggetto di scherno valvola di sfogo per i suoi compagni. Giorno dopo giorno, angheria dopo angheria, gli unici momenti di pace sono quelli regalati da una corrispondenza segreta e qualche incontro con una compagna di classe anch’ella presa di mira dalle compagne di classe per via del suo aspetto trasandato.

I due ragazzi si scrivono, prima timidamente poi sempre più assiduamente, nelle loro lettere non si accenna mai a ciò che vivono sui banchi di scuola ma si raccontano e conoscono. Ho riflettuto spesso su questo tipo di legame, domandandomi in che direzione può portare un rapporto nato dalla sofferenza qualora una delle parti decidesse di porre fine (o quanto meno provare) agli atti denigratori dei coetanei.

E’ un libro emotivamente difficile da affrontare, il nome del protagonista non ci viene mai svelato e potrebbe essere davvero ognuno di noi in un momento della nostra vita, se non ci rivediamo siamo stati fortunati, se ci ritroviamo anche solo in parte nel suo malessere e nelle sue notti insonni questo romanzo ci regala una nota di conforto e comprensione.

Incredibile e a tratti agghiacciante il dialogo tra il protagonista ed uno dei suoi persecutori, un faccia a faccia che vorrebbe trovare la risposta “perché mi tormentate?” “perché proprio io?”. Forse uno dei passaggi più significativi del libro e mi sono ritrovata a rileggerlo una volta terminato.

Un epilogo non epilogo, perché qualunque sia ciò che accade dalla pagina bianca in poi sarà comunque inevitabilmente segnato dal vissuto.

E’ un romanzo breve, si può leggere tranquillamente in un paio di giorni. Qualcuno lo ha definito “tenero”, non sono d’accordo. Sebbene le parole siano scelte con cura e delicatezza non posso definire tenero il racconto di una simile esperienza.

I sette killer dello Shinkansen – Isaka Kotaro

Non so se thriller sia la definizione più appropriata per questo romanzo di Kotaro Isaka, sicuramente la suspense e l’adrenalina non mancano.

Lo definirei piuttosto divertente ed intelligente, ben studiato e con i colpi di scena al momento giusto!

Un gruppo di killer (che non si conoscono tra loro) si trova a a viaggiare sul medesimo treno ad alta velocità, ciascuno con una missione diversa, chi per lavoro chi per motivi personali; ma va da se che per ragioni di sceneggiatura si troveranno presto a doversi relazionare.

I personaggi sono ben caratterizzati, tuttavia a volte paiono poco credibili e leggermente forzati

La scrittura è scorrevole e si presta sicuramente bene come sceneggiatura di un film (pare infatti che uscirà questa primavera il film nelle sale, il cui protagonista sarà Brad Pitt, ma avendo cambiato tutti i nomi non mi è chiaro quale ruolo interpreterà dato che non c’è un personaggio predominante).

Un racconto che intrattiene e diverte senza avere la pretesa di destare chissà quali riflessioni, ma indubbiamente ci ritroveremo a parteggiare per l’uno o per l’altro tra i vari malviventi presenti sul treno.

La mia simpatia tra tutti se l’è guadagnata Mikan, sin dalle prime pagine, mentre ho mal tollerato Ouji, forse perché tra tutti mi è parso il meno credibile sebbene non manchi a tratti di fascino.

Mi rimane qualche perplessità riguardo sia il titolo dell’edizione italiana sia quello che è stato scelto per il film (i cinque killer dello Shinkansen), personalmente avrei tolto numeri per evitare errori e confusione se proprio si voleva rimarcare l’attenzione con “i Killer dello Shinkansen”.

Il titolo originale è Maria Batoru (dove Batoru è la traslitterizzazione di Beetle, una delle possibili traduzioni della coccinella), Coccinella è anche uno dei nostri assassini presenti sul treno, quello più sfortunato e per il quale la legge di Murphy è una regola che non ammette eccezioni. Maria è la donna all’altro capo del telefono con il quale proprio Coccinella interagisce. Sette i puntini sul dorso della coccinella come 7 i dolori di Maria…. coincidenze? Siete curiosi? Considerate che questa è una spiegazione che sono voluta darmi per comprendere l’adattamento del titolo ed alcuni fatti che si svolgono nel libro.

In definitiva non mi sento di consigliare o sconsigliare questo libro, se siete amanti dei romanzi nipponici e come me vi ritrovate a divorare quasi tutto quello che viene tradotto da noi, sicuramente passerete delle ore piacevoli leggendolo.

Se invece cercate un thriller più strutturato oppure avete una pila di libri in attesa, direi che questo può tranquillamente attendere le prossime vacanze.

Personalmente mi è piaciuto e mi ha intrattenuto, ma ripeto, l’ho vissuto come un intermezzo leggero all’interno di una serie di libri molto diversi e in un momento in cui tempo libero ne ho avuto in abbondanza (le vacanze estive).

Dettagli

Autore:Kotaro Isaka

Traduttore:Bruno Forzan

Editore:Einaudi

Collana:Einaudi. Stile libero big